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domenica 8 marzo 2015

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Onestamente pensavo di sapere tutto su come maneggiare un neonato, ero convinta che 'sta volta avrei saputo cosa fare per darti una routine, svezzarti quando lo volevo io, farti dormire la notte. Dopo due figli molto diversi tra loro, mille libri letti...insomma pensavo di sapere come sarebbe andata. A partire dal parto: io che di solito l'epidurale la volevo già dalla prima contrazione…

E poi sei arrivata tu. Una gravidanza facile che pero' ho vissuto con ansia, in un paese così diverso dalla svizzera, che più diverso non si può…

Ho imparato cosi' tanto su cosa succede in quei 9 mesi, ho imparato insieme e grazie a te!! Ho conosciuto donne incredibili che mi hanno messo in contatto con quella parte di me che non sapevo di avere, che era sepolta dall'ignoranza e dalla paura; e quella parte di me ha deciso di prepararsi al parto come per una maratona. Perché il parto è una maratona. E perché la donna è programmata per partorire. E prepararsi a farlo, è bellissimo. E tu eri con me, ad allenarti.

E proprio 12 mesi fa abbiamo corso la nostra maratona, e ce l'abbiamo fatta, ed è stato bello. E sei arrivata, in una notte tropicale, portando quell'emozione che ancora una volta mi sono stupita di poter provare.
Tu, la piu' piccola di tutti, sei nata più piccola dei tuoi fratelli, e me l'hai fatto capire subito che non ti piace dormire. Ché intorno a te c'è troppo da osservare. Tu con quegli occhi che dal primo giorno hai tenuto aperti, occhi capaci di scrutare, osservare. Occhi che oggi trovo così intensi che mi pare che tu possa guardarmi dentro. Occhi che non passano mai inosservati.

Dodici mesi di amore, notti insonni, tanto latte. Risate e tenerezza.

Grazie, perchè mi hai insegnato a superare limiti che sembravano insuperabili. Sei nata senza anestesie, con coraggio e tutta la mia forza. Mi hai insegnato che una madre puo' non dormire per 12 mesi, chiudere gli occhi per periodi mai più lunghi di 45 minuti, notte dopo notte, e continuare a vivere normalmente. Anzi, piuttosto valorosamente.  Mi hai insegnato che alcuni bambini hanno piu' bisogno di contatto, di coccole.
Mi hai ricordato che l'essenza dell'essere umano è materia positiva, amore, sorrisi.
Mi hai ricordato che i tuoi fratelli erano come te, e che quando mi fanno incavolare, dovrei pensare a quando erano neonati. A quanto li amavo, a prescindere. A quanto era piu' immediato guardarli solo sempre con amore. Mi hai ricordato che l'essere umano nasce con infinite possibilità.

Grazie, perché ora non dimentico piu', mai, quanto sono fortunata ad avere tre figli sani.
Grazie perché hai reso la vita ancora più bella, il mio cuore colmo di amore, e mi hai resa più forte. Ora mi sento una roccia, ora posso finalmente sognare in grande.

Grazie per i tuoi occhi meravigliosi, per la tua dolcezza infinita.

Buon primo compleanno, piccola mia. È stato un anno bellissimo. Ed è solo l'inizio!











mercoledì 4 marzo 2015

I bambini sanno tutto

"Fiorellino, è ora che ti impegni a salutare le persone con educazione. Capisco che non ti venga spontaneo, che ci voglia un attimo.....però hai quasi otto anni e penso che tu possa farcela!".

"Mamma, sono una bambina. E se ci pensi bene, otto anni non sono così tanti!".


venerdì 20 febbraio 2015

La carne.

Mi sono tolta da Facebook.
L'ho fatto.
Da quando ho disattivato il mio account, l'ho già riattivato 10 volte. Una droga.
A me Facebook piace, ma devo disintossicarmi, prendere le distanze, darmi un po' di disciplina.
Scrivere un post su un blog quando non sei piu' su facebook è come scrivere sul diario segreto, chiuderlo a chiave e nasconderlo in un cassetto.
Ma va beh, io scrivo perché é terapeutico.

Se poi magari qualcuno mi legge e mi vuole postare su facebook, beh, grazie!

Nel frattempo ho capito perché non mangio carne.
Quando ero piccola la carne non mi piaceva. Il dispetto piu' grande che mia madre potesse farmi era cucinare carne. Ma a quel tempo non c'era molto margine per negoziare con le madri, la carne la mangiavi punto e stop!

Con il tempo, le polpette, l'arrosto ed il pollo arrosto di mia madre sono diventati tra i miei piatti preferiti, il famoso comfort food, quei piatti che tua madre cucina benissimo e che hanno il sapore della tua famiglia.
Poi ho avuto un fidanzato che mi ha fatto amare il McDonald. Mi rendo conto ora che piu' che l'hamburger amavo lui ed il rito di uscire la sera, una volta alla settimana, per andare al McDonald, portarlo a casa e mangiarlo davanti ad un film.
Poi ho cominciato ad essere io quella che comprava il cibo per se stessa. Ecco, la carne proprio non l’ho mai comprata. A me quella vaschetta sanguinante proprio non è mai andata giu’. Poi ho cominciato a cucinare per Yuen, e la carne ogni tanto sentivo di doverla comprare, e cucinare. Per lui, carnivoro sfegatato. Specie carni bianche, che mi fanno meno senso di quelle rosse.

Alcuni anni dopo ho passato un paio di capodanni in una campagna toscana bellissima, in una casa in cui la tradizione legata alle vacanze di Natale vuole che si mangi salciccia cruda con stracchino, arrosto di maiale, salumi. Il meccanismo è stato lo stesso del McDonald, la compagnia, l’atmosfera, la festa, sono stati piu’ forti dei miei gusti.

Una sera Fiorellino, 6 anni compiuti, ha cominciato a rifiutare la carne, perché « quella vera » viene dagli animali morti, ed « io gli animali morti non li voglio mangiare ». "Fair enough", dicono gli inglesi. Chapeau, dicono i francesi. Pensandoci, figlia seienne, anche io non amo mangiare gli animali morti, non mi è mai piaciuto. Se vedo un pesce cucinato con ancora testa ed occhi posso anche svenire. Se devo toccare la carne sanguinolenta, il mio stomaco si contrae. Fiorellino ha poi ricominciato con gli animali, colpevoli il prosciutto cotto italiano, il salame, ed il sushi.

Ho smesso anche io di mangiare carne e pesce, per piu’ di un anno e mezzo non ho toccato né carne né pesce. Complice anche Umberto Veronesi, che ha scritto dei libri bellissimi sul perché essere vegetariani è, secondo lui, quasi un dovere.

Nel frattempo ho anche avuto un bambino nella pancia, ho partorito ed allattato. E sono stata benissimo. Ho fatto solo due eccezioni : tonno nei panini della mia amica Lena, e bacon nella quiche.

Una domenica, lo scorso dicembre, a pranzo da un’amica, ci è stato proposto del salmone affumicato, e mi sono sentita il leone di Madagascar...come si chiama già...ho iniziato a sbavare, letteralmente sbavare, ed a sentire che il mio corpo era attratto da quel pesce in modo irresistibile ! L’ho mangiato con gusto e quasi « bisogno ». Da allora ho ricominciato a comprare e mangiare pesce, occasionalmente.

Ieri chiacchieravo con una delle persone interessanti e di grande ispirazione che ho conosciuto a Bangkok, una crudista di vecchia data, una donna sapiente, che mi spiegava che il miglior modo per conoscere i gusti dei tuoi figli fin da quando sono piccoli, di sapere quali cibi sono giusti per i loro organismi, è dar loro la scelta. Banale ? Mica tanto !

Metti un mango, una banana ed un mandarino, tutti ancora con la buccia, sul vassoio del tuo bambino, vedi quale tocca e cerca di mordere, e tac! sbuccialo! E’ geniale. E funziona ! Antjie mi spiegava che il nostro corpo ed i suoi bisogni cambiano quotidianamente, cosi’ come i nostri gusti, che sono legati ai nostri bisogni.

E pensandoci bene, questo è il motivo per cui ora mangio pesce, ogni tanto. E per cui ho mangiato le salcicce con lo stracchino ed il vino rosso. Mentre ora il vino mi fa venire le macchie in viso. Ed è per questo che da qualche anno non riesco a bere piu’ di un caffé al giorno, perché il mio corpo lo rifiuta.

Ho anche ripensato ad uno dei concetti piu’ belli che ho studiato nelle ultime settimane : siamo esseri viventi, ed il nostro continuo cambiare, crescere, cercare nuovi equilirbi, è cio’ che ci distingue dalle macchine. Un essere vivente che smette di crescere ed evolvere, muore.

E’ come se nel giro di poche settimane fossi riuscita a spiegare me stessa a me stessa!

lunedì 9 febbraio 2015

La regola dei 20 secondi

L'ho fatto.
Ho tolto l'app di Facebook dal telefono e dall'Ipad. Ammetto pero' di aver barato, i primi giorni. Tenevo aperta la pagina facebook su Safari,  e cosi' mi bastava un bel refresh per essere di nuovo connessa….nemmeno un'adolescente...

Le ricerche dicono che per eliminare le cattive abitudini bisogna che ci siano piu' di 20 secondi a "separarci dalla cattiva abitudine". E' per questo che la Nutella la mettiamo nei ripiani alti, che la carta di credito non la porto piu' nel portafoglio ed ho cancellato la app di facebook.
Creo spazio e tempo per quello che davvero conta. 

Mi sono data una regola ferrea sulla lettura delle email. Scarico i messaggi solo la mattina e la sera. 
Ho aperto il cassetto delle magliette e ne ho date via 10. Praticamente tutte. Una sensazione bellissima.
Ho dato via giochi  che non venivano usati da nessuno, ed una volta al mese Fiorellino ed Eddie scelgono un libro da donare ad una scuola. 
Mi sono imposta la regola del "entra uno, esce uno": ogni volta che compro un qualsiasi nuovo oggetto, che sia un libro o un paio di scarpe, devo dare via un suo equivalente. La prima volta, con le scarpe, è stata durissima, ci ho messo mezz'ora a scegliere il paio da regalare!

Sto scrivendo una bozza di etiquette familiare per l'uso di device e connessione ad internet. Oltre ad essere una casa rigorosamente "shoes free", ci prepariamo al grande salto. Wi-fi attivo solo in alcune fasce orarie, e parcheggio per device all'entrata di casa. Sapevatelo. 

Per i miei 40 anni, che ancora non ho compiuto, intendiamoci, mi faro' anche questo regalo: passero' il tempo solo con persone che guardano i miei occhi durante una conversazione, e non il telefono. Dopo questi quasi tre anni in Asia, dove il telefono è il prolungamento del braccio del 99 per cento della popolazione, dove a cena regnano il silenzio e gli occhi bassi puntati sullo schermo, ed  ora che Fiorellino ha chiesto un IPod come regalo di compleanno, mi sento in dovere di fare sul serio!